SCALOdARTS: arte urbana e comunità

Milano si prepara alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 con un progetto di riqualificazione del quartiere di Porta Romana che vuole suscitare una riflessione collettiva attraverso la potenza evocativa dell’arte urbana.

15/01/2024

Ci sono linguaggi capaci di parlare in modo diretto a tutti, e lo sport e l’arte sono certamente tra questi.

Questa affermazione è alla base di SCALOdARTS, l’iniziativa che ha trovato sede negli spazi dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana a Milano, in cui dal 2022 sono in corso i lavori per la creazione del Villaggio Olimpico che ospiterà gli atleti e le delegazioni impegnate nei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026.  

Una grande opera di riqualificazione urbana che il Fondo di Porta Romana e il Comune di Milano hanno affidato a Brand for the City, partner per le aziende che vogliono trasformare gli ambiti urbani da spazi che dividono a luoghi che uniscono e fanno comunità, che ha utilizzato l’arte come catalizzatore della trasformazione in corso, stimolando riflessioni sul ruolo di questo linguaggio nei progetti di rigenerazione presenti e futuri.

Per approfondire le dimensioni del progetto e il ruolo che l’arte urbana può avere nel futuro delle città italiane, Urban Stories ha incontrato Claudio Bertona, CEO di Brand for the City, e alcuni degli artisti che hanno partecipato a questa iniziativa, mettendo le loro riflessioni a confronto con il parere di Luca Borriello, Direttore di INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana, organizzazione che svolge attività di ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana, operando con un proprio modello di valorizzazione nei settori pubblico, privato, no profit.

L’artista Kasy23 lavora alla sua opera in sedia a rotelle, condizione che l’ha spinto ad innovare ulteriormente la sua arte.

L’artista Kasy23 lavora alla sua opera in sedia a rotelle,
condizione che l’ha spinto ad innovare ulteriormente
la sua arte.



Proprio Luca Borriello ci offre uno spunto per cominciare a capire il paradigma che guida oggi le iniziative di arte urbana: “in un mondo che cambia rapidamente, la creatività urbana ha il potere di parlare direttamente alle persone, di riflettere la diversità e di stimolare la riflessione”. Un progetto come SCALOdARTS, lungi dall’essere un semplice intervento di “abbellimento” dello spazio pubblico, nasce come uno stimolo per la riflessione da parte di cittadini e ospiti della città.


“Con SCALOdARTS abbiamo voluto creare qualcosa che risuonasse con l’essenza di Milano”, ci racconta Claudio Bertona di Brand for the City, “che celebrasse la diversità e la forza degli ideali olimpici attraverso l’arte in una zona cruciale della città”. Un’area che è stata storicamente un fulcro dell’industrializzazione di Milano (aveva qui sede il Tecnomasio Italiano, azienda cruciale nella storia dell’elettrificazione e dei trasporti italiani) e che oggi si candida a diventare epicentro di un nuovo modo di vivere la città, di cui sport, educazione e cultura saranno i principali vettori.

“In questo progetto abbiamo recepito le indicazioni della committenza, che ci ha chiesto di riunire un gruppo di artisti e artiste, eterogeneo per stile e visione. Abbiamo chiesto a ciascuno di loro di rappresentare i valori Olimpici e Paralimpici, seguendo la propria personale interpretazione. Partendo da queste considerazioni abbiamo scelto di collaborare con Stradedarts, un’associazione milanese che sostiene da quasi 25 anni la cultura della street art. Grazie alla peculiarità degli artisti coinvolti siamo riusciti a mettere insieme diversi stili artistici, dal writing al mosaico, dal lettering al cartoon, dalle tecniche spray al pennello, e siamo stati in grado di offrire un’esperienza a 360° del mondo dell’arte urbana”, sottolinea Bertona.

SCALOdARTS rappresenta dunque un progetto capace di dare voce alle molte anime dell’arte urbana chenon sembra ancora perfettamente inquadrata all’interno del campo delle arti figurative. Luca Borriello spiega la portata del fenomeno: “creatività urbana è una definizione ombrello che racchiude fenomeni noti come graffiti writing, street art e nuovo muralismo. Culture visuali e performative che oggi, dopo una lunga fase in cui sono state di frequente oggetto di campagne disinformative - e talvolta di demonizzazione – stanno trovando terreno fertile e riscuotendo entusiasmo anche tra il pubblico, gli amministratori e i media. Una rinnovata visibilità che oggi incontra la raggiunta maturità dei gesti e delle produzioni, ma soprattutto delle vite, delle coscienze e delle carriere degli artisti che se ne occupano”.

Ecco allora che la scelta di effettuare un intervento di arte urbana a Porta Romana risuona perfettamente con il concetto di rigenerazione urbana di cui COIMA si fa portatrice: arte che racconta e coinvolge il proprio pubblico utilizzando e promuovendo i valori Olimpici e Paralimpici di eccellenza, amicizia, rispetto e inclusione, esprimendo la diversità culturale e creativa di Milano e dialogando con la storia e l'evoluzione della città.

Riflettendo sulla visione del progetto, Claudio Bertona aggiunge: “con le loro opere gli artisti hanno ricoperto i muri perimetrali del Villaggio in costruzione allo scalo di Porta Romana durante una sessione collettiva durata tre giorni, in cui tutti hanno potuto apprezzare e ammirare il processo creativo dei nostri 20 artisti (SteReal, Napal, Coquelicot, Dada, Luna, Mr. Pollo, Encs18, Frode, Kasy23, Nais, Refreshink, Tackle Zero, Wiz Art, Rancy, Octofly, Teatro, Impossibile, Ale Senso, Kiv e Robico)”.

L’artista SteReal lavora alla sua opera ‘Libellula’ ispirata ai valori olimpici e paralimpici Impegno, Determinazione, Coraggio ed Espressione Individuale

L’artista SteReal lavora alla sua opera ‘Libellula’
ispirata ai valori olimpici e paralimpici Impegno,
Determinazione, Coraggio ed Espressione Individuale

Gli artisti, per l’appunto. Dalle loro parole emergono molto forti due direttrici di riflessione: la prima è che gli ideali Olimpici e Paralimpici – pace, inclusività, giustizia, diritti umani, impegno, coraggio, uguaglianza – emergono nelle loro opere come “elementi capaci di riecheggiare in tutti gli aspetti della vita”, per usare le parole di ENCS18, che ha dedicato il suo pezzo allo short track: “una disciplina che mi ha sempre incuriosito, in cui devi essere al massimo delle tue capacità mentali e fisiche. È paragonabile alla vita di ognuno di noi, dove forza, impegno e perseveranza possono portare a raggiungere i propri traguardi, nonostante le cadute”.

Anche Nais ha scelto una disciplina legata al ghiaccio, il pattinaggio artistico: “Credo che il principale valore dello sport sia la condivisione, sempre più importante in un’epoca che tende a spingere ragazze e ragazzi a chiudersi in se stessi e a isolarsi. Per questo ho scelto di ritrarre due pattinatori, lasciandomi trasportare dalla loro danza e dalla sensazione di pace che emanano e che vorrei trasmettere a coloro che osservano quest’opera”. Proprio il coinvolgimento delle persone che vivono i luoghi rigenerati è secondo l’artista milanese uno dei principali contributi che la street art può offrire alle città contemporanee:l’arte deve essere un meccanismo di riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini, soprattutto in luoghi che, per varie vicende, sono ancora in cerca di una propria identità”.

Come i pattinatori sul ghiaccio di Nais, che lasciano una scia di pace al loro passaggio, anche Iconosaik ha scelto di lavorare su questo concetto: "ho deciso di reinterpretare 'La Guerre et la Paix' di Picasso per enfatizzare l'importanza dell'unità e della comprensione reciproca” - spiega - “con l’obiettivo di suscitare una riflessione in coloro che passano davanti alla mia opera”. Un mosaico luminoso in cui la bandiera olimpica si trasforma in un abbraccio tra quattro figure intorno alla colomba della pace. “Penso che chi fa arte urbana – graffiti, street art, urban art – debba rimanere un artista, un professionista che lavora in sinergia con le amministrazioni comunali e le imprese: non siamo strumenti per guarire o per riparare, ma possiamo collaborare a progetti più ampi e contribuire a coinvolgere le persone che abitano questi spazi”, conclude Iconosaik.

Ne è convinta anche Coquelicot, artista italo-francese che ha lavorato sui concetti di fiducia, pace, gioia, coraggio e volontà, secondo cui “l’intervento artistico in seno a un quartiere ha senso con delle tempistiche più lunghe, con uno spirito di progetto più che di evento. Solo in questo modo artista e committenza possono creare un contatto e uno scambio con la comunità che fruirà dell’opera”.

La consapevolezza che emerge dalle parole degli artisti è dunque che il contributo della street art e dell’arte urbana alla rigenerazione dei quartieri italiani deve scaturire – esattamente come per i progetti immobiliari – dall’analisi e dal dialogo con lo spazio in cui si interviene. “La street art è una forma di espressione libera, spontanea e sincera”, sottolinea Claudio Bertona, “ma genera anche cura, identità e riconoscimento. È rigenerazione urbana nella misura in cui è in primo luogo riappropriazione e ripensamento dell’identità di un luogo e quando contribuisce a rinvigorire il sentimento identitario, trasformando gli spazi in luoghi capaci di unire e di fare comunità”. Per questo, si augura Bertona, “confidiamo che le opere di SCALOdARTS, siano destinate a perdurare nel tempo e che continuino a impreziosire il quartiere anche dopo che il Villaggio Olimpico sarà stato ultimato e avrà espletato la sua funzione”.

Questa la lezione di SCALOdARTS a Porta Romana, tre anni prima dell’effettivo svolgimento delle Olimpiadi: l’arte urbana si esprime sul lungo periodo perché solo con il passare del tempo il suo portato di valori e di emozioni può essere consolidato, interrogato e ridiscusso.

Come chiosa Luca Borriello: “il proposito estremo che esprimono i creativi, gli artisti e gli operatori culturali attivi negli esempi più efficaci di creatività urbana – come il nostro Parco dei Murales a Napoli, il MAU - Museo di Arte Urbana di Torino, il Fate Lab San Potito Art a San Potito Sannitico, in provincia di Caserta, o ancora il Borgo Vecchio Factory a Palermo, il SuperWalls in area padovana e Farm Cultural Park a Favara, nell’agrigentino – è che, oltre al volto di strutture e infrastrutture, siano soprattutto gli animi e le vite stesse di chi vi abita, vi trascorre del tempo o vi si affaccia a essere raggiunti e rigenerati, stimolati quasi da un’impertinenza imprevista, quella dell’arte nello spazio pubblico, che stimola il pensiero critico, invita all’azione ed eleva le coscienze”.

Chi fa arte urbana – graffiti, street art, urban art – deve rimanere un artista, un professionista che lavora in sinergia con le amministrazioni comunali e le imprese: gli artisti non sono strumenti per guarire o per riparare, ma possono collaborare a progetti più ampi e contribuire a coinvolgere le persone che abitano questi spazi

La street art è una forma di espressione libera, spontanea e sincera, ma genera anche cura, identità e riconoscimento. È rigenerazione urbana nella misura in cui è in primo luogo riappropriazione e ripensamento dell’identità di un luogo e quando contribuisce a rinvigorire il sentimento identitario, trasformando gli spazi in luoghi capaci di unire e di fare comunità

Il proposito estremo che esprimono i creativi, gli artisti e gli operatori culturali attivi negli esempi più efficaci di creatività urbana è che, oltre al volto di strutture e infrastrutture, siano soprattutto gli animi e le vite stesse di chi vi abita, vi trascorre del tempo o vi si affaccia a essere raggiunti e rigenerati, stimolati quasi da un’impertinenza imprevista, quella dell’arte nello spazio pubblico, che stimola il pensiero critico, invita all’azione ed eleva le coscienze