I parchi urbani tra inclusione, sviluppo e benessere

Non solo verde: nei nuovi progetti di riqualificazione urbana, gli spazi aperti diventano i nuovi centri di aggregazione, sempre più richiesti e apprezzati dai cittadini.

13/05/2022

«La prima cosa che chiedo a chi mi parla della propria città è quasi sempre la stessa: come sono i suoi parchi?». Luis Romahn è CEO di World Urban Parks, organizzazione che promuove e sostiene la gestione efficace e l'utilizzo di parchi urbani, spazi aperti e attività ricreative in tutto il mondo, come contributo al mantenimento di comunità sane collegate al mondo naturale. Luis ha illustrato a Urban Stories le direttrici dell’impegno che World Urban Parks profonde nella crescita e nella diffusione dei parchi urbani come risposta alle sfide sociali ed economiche delle città contemporanee.

I parchi sono spazi costitutivamente democratici: si tratta di luoghi che appartengono a tutti, aperti e accessibili a chiunque. Sono risorse fondamentali per quanto riguarda la sostenibilità, la sicurezza e la salute pubblica. Promuovere questa consapevolezza dovrebbe essere una responsabilità comune e condivisa, che non riguarda soltanto le autorità”.

Luis Romahn, CEO World Urban Parks

Luis Romahn, CEO World Urban Parks

Sotto questo aspetto, gli ultimi anni hanno finalmente visto un cambiamento. “Alcune esperienze sviluppate in grandi città mondiali grazie all’impegno e alla lungimiranza di cittadini, urbanisti e rappresentanti pubblici hanno tracciato la strada, mostrando come la creazione di uno spazio pubblico condiviso non sia quasi mai un tema di spazi o di fondi, ma di volontà. Pensiamo al Millennium Park di Chicago o alla High Line Gallery di New York, ma anche ai molti polmoni verdi che negli ultimi anni stanno nascendo nel cuore di tantissime altre città”.

Parco BAM – Biblioteca degli Alberi Milano

Parco BAM – Biblioteca degli Alberi Milano



E a tal proposito, Luis Romahn cita anche l’esempio italiano più significativo di questa tendenza internazionale, la Biblioteca Degli Alberi di Milano, all’interno del quartiere di Porta Nuova, parco urbano e giardino botanico gestito da Fondazione Riccardo Catella e che tramite il progetto BAM produce un programma diversificato di eventi e attività culturali. “È un bellissimo parco, dal design innovativo e pensato per essere inclusivo. Il suo punto di forza è sicuramente la capacità di coinvolgimento delle persone grazie all’ampia offerta di servizi e alla posizione strategica, in una zona molto servita dai mezzi pubblici e raggiunta da piste ciclabili e passeggiate pedonali”, commenta Romahn.

BAM è un modello da emulare, che testimonia l’importanza di investire nei parchi sia dal punto di vista urbanistico sia da quello economico, e che mostra come la collaborazione tra gruppi privati e amministrazioni pubbliche possa generare bellezza e ricchezza senza sacrificare, come spesso avviene, la seconda in favore della prima”.

Ma i parchi, sottolinea Luis Romahn, sono spazi democratici perché la loro realizzazione risponde alle esigenze dei cittadini stessi e delle comunità che vivono quel territorio. “Vi voglio fare l’esempio di un parco che mi sta molto a cuore: La Mexicana, situata nel quartiere di Santa Fè a Città del Messico. Si tratta di uno splendido esempio di partenariato pubblico privato, nato per volontà dei cittadini, che per anni si sono spesi con il governo perché potesse essere realizzato”.

Oggi la Mexicana è un parco urbano di 29 ettari che ospita spazi verdi, aree ricreative, eventi e iniziative pubbliche, “e si è rivelato uno straordinario volano economico per tutta l’area: le proprietà immobiliari hanno aumentato il proprio valore, sono state aperte nuove attività all’interno e all’esterno del parco, e la Mexicana riceve ogni anno sempre più visitatori e turisti, attratti dagli eventi e dall’offerta ricreativa presente al suo interno”.

Per avere un impatto davvero positivo sulle comunità, i parchi urbani devono comunque rispondere a una serie di caratteristiche e seguire precise linee guida. «A tal proposito, è fondamentale partire sempre dalla definizione di un masterplan e dal contributo di esperti come architetti e urbanisti. Pensiamo a un luogo che tutti conosciamo e abbiamo sentito nominare: il Central Park di New York”. Romahn riparte dai dati: “dal 1981 al 2015 il polmone verde nel cuore di Manhattan ha visto crescere il numero di visitatori da 12 a 42 milioni e, al contempo, diminuire i crimini commessi all’interno del parco da circa un migliaio a meno di cento nello stesso trentennio».

Com’è stato possibile ottenere questi risultati? “La rigenerazione urbana non è solo uno strumento di ammodernamento, ma una grandissima opportunità anche per quanto riguarda il benessere dei cittadini e la sicurezza pubblica, sorride Romahn. Un’assunzione che ribalta totalmente il luogo comune che associa la sicurezza con il controllo, e la ricchezza con lo sfruttamento del territorio, più che con la sua trasformazione: «Central Park è gestito da un’organizzazione privata senza scopo di lucro, la Central Park Conservancy, che in questi anni ha radicalmente trasformato l’aspetto che il parco aveva alla fine degli anni Settanta e la reputazione di cui godeva, dando più spazio alle iniziative dei cittadini che vi abitavano. Una prova tangibile dell’importanza del ruolo degli enti non governativi e delle organizzazioni composte da cittadini per la riprogettazione e riqualificazione urbana».

Anche World Urban Parks è un’organizzazione che punta sull'esperienza dei propri membri e partner per rafforzare la leadership dei parchi urbani e apportare miglioramenti significativi nelle grandi città in cui si sta verificando una rapida urbanizzazione, fornendo consulenza e supporto a livello internazionale.

«I pilastri principali su cui si basa il nostro operato e che guidano il nostro lavoro sono l’advocacy e l’alliance: in questo modo, grazie ai nostri soci e ai professionisti provenienti da tutto il mondo che collaborano con noi, ci prefissiamo l’obiettivo di divulgare l’importanza della diffusione dei parchi urbani, promuovendone il valore in termini di benefici e opportunità», continua Romahn, precisando come l’organizzazione di cui è a capo sia costantemente impegnata nell’organizzazione di iniziative formative e di ben cinque congressi annuali in diverse parti del mondo, creati per condividere le best practices a livello internazionale.

Fare rete, attraverso eventi fisici e attività digitali, è dunque fondamentale per favorire la condivisione delle diverse esperienze e sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica e le autorità sulla necessità di dotare i centri urbani, di qualunque dimensione essi siano, di spazi aperti per la socialità che offrano ai cittadini anche la possibilità di avere un contatto con la natura a due passi dal proprio ufficio o dalla propria abitazione.

«Siamo sempre alla ricerca di nuove idee, di progetti vincenti, per questo recentemente abbiamo lanciato la seconda edizione del programma Emerging Urban Leaders, grazie al quale lo scorso anno abbiamo raccolto numerose idee per promuovere il cambiamento», conclude Romahn. «Ma non è tutto: ci impegniamo ogni anno a valorizzare le best practice a livello mondiale premiandole con prestigiosi riconoscimenti internazionali, come i World Urban Parks Awards, che assegniamo a chi si è distinto nella progettazione di nuovi parchi urbani o nella promozione e nella gestione di attività sociali e culturali da svolgere negli spazi aperti».

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, scommettere sui parchi è sempre una strategia vincente. E forse, come sottolinea Luis Romahn con un sorriso, “è l’unica vera strategia” per un’epoca in cui le persone hanno bisogno di vivere nuovamente esperienze comunitarie, di ritrovare il contatto e lo scambio con gli altri in luoghi aperti e inclusivi, dove la sostenibilità diventa il punto di contatto tra tradizione e innovazione.

I parchi sono spazi costitutivamente democratici: si tratta di luoghi che appartengono a tutti, aperti e accessibili a chiunque. Sono risorse fondamentali per quanto riguarda la sostenibilità, la sicurezza e la salute pubblica. Promuovere questa consapevolezza dovrebbe essere una responsabilità comune e condivisa, che non riguarda soltanto le autorità

Fare rete, attraverso eventi fisici e attività digitali, è fondamentale per favorire la condivisione delle diverse esperienze e sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica e le autorità sulla necessità di dotare i centri urbani, di qualunque dimensione essi siano, di spazi aperti per la socialità che offrano ai cittadini anche la possibilità di avere un contatto con la natura a due passi dal proprio ufficio o abitazione

Fondamentale è partire sempre dalla definizione di un masterplan e dal contributo di esperti come architetti e urbanisti