Ivory, un ponte verso gli uffici del futuro

20/01/2025

Come saranno gli uffici del futuro? È una domanda che, da quando la pandemia ha rivoluzionato le nostre abitudini sociali, lavorative e quotidiane, in molti si sono posti. A lungo si è ipotizzato un avvenire “full-remote” per il lavoro d’ufficio, con i grandi spazi aziendali destinati a essere definitivamente accantonati in favore di una nuova era digitale.

Le cose sono andate diversamente, ma è rimasta la consapevolezza che il formato classico di spazio per ufficio – quello che abbiamo ereditato dal Novecento - dovesse essere radicalmente ripensato, nell’approccio e nel funzionamento, a partire dagli edifici che li ospitano.

La risposta che lo studio Piuarch ha dato a questo interrogativo è ben rappresentata da Ivory, il progetto di rigenerazione urbana che ha dato nuova vita agli spazi dell’edificio di Piazzale Fratelli Zavattari 12, a Milano.

“Per Ivory, progetto in corso di realizzazione che sarà concluso entro il 2025, abbiamo pensato alle persone che utilizzeranno questi spazi, immaginando un ambiente che potesse incoraggiare connessioni, migliorare l’esperienza lavorativa quotidiana e aumentare il senso di appartenenza a un luogo e alla sua comunità”, ci racconta Gino Garbellini, “e siamo particolarmente orgogliosi di averlo fatto in un edificio storico della città, che da una parte dà lustro al progetto, ma dall’altro presuppone di interfacciarsi con alcuni vincoli strutturali, che ne delineano in qualche modo la forma”.

“Ivory è nato dal recupero di un edificio degli anni Cinquanta, parte dello stabilimento della fabbrica automobilistica Isotta Fraschini. Con un investimento di 50 milioni di euro, si svilupperà su una superficie di circa 14mila metri quadrati distribuiti su 12 piani fuori terra, con 1.400 metri quadrati di terrazze panoramiche, locali funzionali e dedicati al food & beverage, definendo nuovi standard dal punto di vista dell’usabilità degli spazi e dell’impatto ambientale.”

Gino Garbellini, Founding Partner dello studio Piuarch

Gino Garbellini, Founding Partner dello studio Piuarch

Connessione è il termine chiave per descrivere non solo l’impatto sociale del progetto, ma anche la sua relazione con la città e con il quartiere nel quale è situato. Proprio per questo, “il nostro approccio è stato quello di superare i limiti dell’edificio entrando in sinergia con l’esistente e intervenendo con un segno architettonico pulito, leggero, non urlato”. Un edificio pensato per integrarsi con le altre costruzioni che lo circondano e con le modalità di utilizzo della piazza da parte dei cittadini e dei futuri fruitori degli spazi.

Ivory è stato concepito come un edificio di nuova generazione, efficiente dal punto di vista energetico e dotato di ambienti confortevoli. Balconate e terrazze sono state progettate per diventare luoghi di socialità e di relazione, favorendo un’esperienza lavorativa più ricca e interessante. Emerge, nelle parole di Gino Garbellini, la consapevolezza che “un progetto architettonico non è mai fine a se stesso, ma si integra nel contesto sociale, ambientale, aziendale e culturale, favorendo le relazioni tra le persone e diventando esso stesso elemento propulsore della socialità, in grado di agevolare le connessioni”.

Per rispondere a un mondo del lavoro sempre più flessibile e ibrido, l’architettura degli spazi per uffici deve mettere al centro le persone e la qualità della vita. “Abbiamo recuperato alcuni elementi architettonici della struttura originale, creando una ‘doppia pelle’ dall’estetica contemporanea, con ampie vetrate che filtrano abbondante luce naturale”, racconta l’architetto.

Ivory è stato premiato nell’edizione 2024 dei “The Plan Award” nella sezione “Innovation and Design” non solo come esempio eccellente di un approccio innovativo alla progettazione, ma anche per la sua capacità di integrare sostenibilità e tecnologia per creare spazi che rispondano alle esigenze contemporanee del mondo del lavoro.

Ivory, vista esterna da piazza Zavattari

Ivory, vista esterna da piazza Zavattari

Candidato per le certificazioni LEED Gold®, WELL Gold®, WiredScore Gold®, Ivory integra materiali e prodotti certificati Cradle to Cradle® di provenienza locale e sicuri per l’ambiente, basati su strategie di economia circolare. Una scelta che rappresenta anche una presa di consapevolezza: “se pensiamo che l’edilizia è responsabile di quasi il 40% delle emissioni globali di CO2, comprendiamo quanto il ruolo di architetti, ingegneri, imprese, sviluppatori e committenti sia fondamentale".

“Come architetti dobbiamo immaginare e dare concretezza a un paesaggio urbano che risponda a queste sfide attraverso un approccio di sostenibilità integrata a tutti i livelli: ambientale, sociale, di innovazione. Una metodologia che per noi va in questa direzione e che abbiamo applicato anche nel progetto di Ivory è il riuso adattivo degli edifici per dare nuova vita a strutture preesistenti: una delle migliori strategie per affrontare il tema della sostenibilità, riducendo la domanda di energia, le emissioni di carbonio e il consumo di suolo, e che incentiva una nuova vitalità urbana che riflette lo spirito e le esigenze del nostro tempo”, conclude Garbellini.

Un progetto architettonico non è mai fine a se stesso, ma si integra nel contesto sociale, ambientale, aziendale e culturale, favorendo le relazioni tra le persone e diventando esso stesso elemento propulsore della socialità, in grado di agevolare le connessioni

Un ambiente che possa incoraggiare connessioni, migliorare l’esperienza lavorativa quotidiana e aumentare il senso di appartenenza a un luogo e alla sua comunità, con la sua capacità di integrare sostenibilità e tecnologia per creare spazi che rispondano alle esigenze contemporanee del mondo del lavoro

Come architetti dobbiamo immaginare e dare concretezza a un paesaggio urbano che risponda a queste sfide attraverso un approccio di sostenibilità integrata a tutti i livelli: ambientale, sociale, di innovazione. Una metodologia che per noi va in questa direzione è il riuso adattivo degli edifici per dare nuova vita a strutture preesistenti: una delle migliori strategie per affrontare il tema della sostenibilità, riducendo la domanda di energia, le emissioni di carbonio e il consumo di suolo, e che incentiva una nuova vitalità urbana che riflette lo spirito e le esigenze del nostro tempo