Dove va la smart mobility?

Da quella lenta a quella pubblica, a quella elettrica, la mobilità incide sulla qualità della vita dei cittadini: ne parliamo con Massa Marmocchi, ATM e Volvo.

09/01/2023

È ormai noto che una città si definisce “smart” quando mette in atto soluzioni in grado di renderla più efficiente, accogliente e sostenibile. Nel processo di trasformazione in città “intelligente”, a giocare un ruolo essenziale è sicuramente la mobilità: i progetti di rigenerazione urbana devono tenere conto delle esigenze dei cittadini in termini di spostamenti e viabilità per creare un sistema di trasporti sempre più all’avanguardia e rispettoso dell’ambiente.

Bimbi vanno a scuola in bicicletta riuniti da Massa Marmocchi
Foto di Matteo Saderis

Bimbi vanno a scuola in bicicletta riuniti da Massa
Marmocchi
Foto di Matteo Saderis

Ma cosa si intende davvero per smart mobility? Lo abbiamo chiesto a tre realtà afferenti all’ambito dei trasporti e molto diverse tra loro: Volvo Car Italia, leader nel settore dell’automotive, ATM, l’Azienda Trasporti Milanesi che accompagna lo sviluppo della città di Milano e dell’hinterland con servizi di mobilità integrata e sostenibile, e Massa Marmocchi Milano, associazione di volontariato che promuove progetti di mobilità scolastica in bicicletta, nata nel 2013 come costola della Critical Mass, l’appuntamento che da vent’anni, ogni giovedì sera, anima le strade della città di Milano con un vero e proprio evento di mobilità condivisa e collettiva su due ruote.

“La mobilità intelligente è al tempo stesso obiettivo e azione” spiega la Presidente ATM Gioia Ghezzi, “obiettivo perché significa pensare in maniera consapevole agli effetti che le nostre azioni hanno sul mondo in cui viviamo, e azione perché non è più sufficiente porsi obiettivi di lungo termine, ma occorre sin da ora agire concretamente per conseguire risultati tangibili”.

Il trasporto pubblico, infatti, è di per sé uno dei meccanismi più efficaci per la sostenibilità della mobilità urbana. Sul tema interviene Michele Crisci, Presidente e AD di Volvo Car Italia “Per me la mobilità intelligente sarà quella in grado di integrare e coordinare la convivenza tra il trasporto pubblico e quello privato, così da garantire e aumentare la fluidità del traffico urbano ed extraurbano in modo sempre più sostenibile, in un ambiente prettamente urbano come quello di Milano”.

Per Luca Boniardi, vice presidente di Massa Marmocchi Milano, “la mobilità incide tantissimo sulla qualità della vita dei cittadini - soprattutto se pensiamo ai soggetti più vulnerabili come bambini e anziani - non solo in termini di inquinamento, ma anche di sicurezza e accessibilità ai servizi”.

Infatti, un tema rilevante quando si parla di smart mobility è sicuramente quello della sicurezza.

“In ATM adottiamo una politica di sostenibilità, permeata in un piano strategico complesso e integrato in cui la sicurezza ha un ruolo centrale. Il piano mira a raggiungere una sempre maggiore integrazione nel tessuto urbano e la restituzione di spazi e servizi alla cittadinanza, l’autosufficienza energetica e la realizzazione di tetti e pareti verdi” spiega Gioia Ghezzi. Un obiettivo che va ad aggiungersi agli altri traguardi sfidanti che ATM si è posta e che hanno già permesso all’azienda di trasporti milanese di ottenere un servizio per il 70% ad impatto zero e che punta a raggiungere le zero emissioni entro il 2030.

Anche l’AD di Volvo ritiene che la sicurezza debba essere il requisito fondamentale dei sistemi sempre più avanzati di guida assistita prima, e autonoma poi, che contribuiranno allo sviluppo di una mobilità connessa e, per quanto possibile, condivisa, così come il progetto Massa Marmocchi – In bici a scuola, che nasce proprio per supportare lo sviluppo di percorsi casa-scuola in bicicletta da percorrere in modo sicuro e condiviso.

“La nostra mobilità sarà presto solo elettrica e sempre più sicura nella salvaguardia della vita e dell’ambiente in cui viviamo e in cui vivranno i nostri figli”, afferma Crisci. Una sicurezza che a livello stradale, in una città come Milano ma in generale nel nostro Paese, è oggi ancora carente, facendo sì che “in Italia le percentuali di autonomia degli spostamenti dei bambini in bicicletta nei tragitti casa-scuola siano molto basse se confrontate con quelle di altre città europee”, commenta Boniardi.

Dalle parole dei nostri interlocutori, emerge in modo chiaro l’importanza del connubio tra mobilità intelligente e sicurezza, che non può che essere accompagnato dal ripensamento di alcuni spazi urbani e dallo sviluppo di infrastrutture adeguate alle nascenti necessità.

Lavori di costruzione della linea metropolitana M4 di Milano

Lavori di costruzione della linea metropolitana
M4 di Milano

Con l’apertura della nuova linea M4 - che si prevede porterà a una riduzione del 2% delle attuali emissioni di CO2 di Milano annuali e avrà notevoli effetti sulla congestione stradale - l’implementazione di servizi di bike sharing, bus elettrici e nuovi depositi per ospitarli, ATM sta già cambiando il volto di alcune aree della città di Milano. “Oggi gli sviluppi vanno nella direzione di una sempre maggiore integrazione dei servizi attraverso lo sviluppo di piattaforme di smart mobility, prime fra tutte il MaaS – Mobility as a Service”, continua Gioia Ghezzi. “Attraverso un unico strumento le persone potranno accedere a un ventaglio di soluzioni semplici, convenienti e personalizzate in base alle proprie esigenze: trasporto pubblico, bike, micro-mobility e car sharing, taxi, autonoleggio e parcheggi sono solo alcuni degli elementi che coesisteranno in un unico ecosistema digitale”.

Anche la diffusione della mobilità su due ruote e di vetture elettriche contribuisce senza dubbio a rispondere agli obiettivi sempre più stringenti di sostenibilità ambientale, ma entrambi i mezzi si scontrano quotidianamente con problemi legati alle infrastrutture. “Milano è una città tutto sommato piccola e prevalentemente pianeggiante e avrebbe tutte le caratteristiche per diventare una città a prova di bici con più piste ciclabili e infrastrutture adeguate ma, nonostante negli ultimi anni siano nati dei progetti del Comune che stanno invertendo la rotta, scontiamo ancora il prezzo degli anni Cinquanta e Sessanta in cui la città era stata progettata per favorire gli spostamenti in automobile e con mezzi privati”, sottolinea Boniardi.

Stazione fast charge parte del primo car-sharing elettrico di quartiere “ELEC3City” nel quartiere Portanuova

Stazione fast charge parte del primo car-sharing elettrico
di quartiere “ELEC3City” nel quartiere Portanuova



A ciò si aggiunge la necessità di provvedere alle esigenze di questa nuova mobilità: da una parte piste ciclabili, dall’altra sistemi di ricarica per le e-car. “Siamo purtroppo molto indietro, con un mercato di auto nuove del full electric che non va mai oltre il 4% di immatricolazioni. Ci sono molte barriere, alcune solo mentali, altre reali, come per esempio la diffusione degli impianti di ricarica veloci sul territorio e soprattutto sulla rete autostradale”, sottolinea Crisci. “I prossimi due o tre anni saranno decisivi per capire se l’Italia riuscirà davvero a mettersi al passo degli altri Paesi europei o se saremo destinati a restare definitivamente il fanalino di coda sia dal punto di vista commerciale, sia industriale”.

“La percezione di una maggiore sicurezza e la riduzione del numero di autovetture circolanti – basti pensare che a Milano ci sono più di 500 automobili ogni 1.000 abitanti, contro le 300 di Berlino e le 250 di Parigi – farebbero crescere il numero dei ciclisti in città”, aggiunge Boniardi. “Ad esempio i 1.500 ciclisti che ogni giorno percorrono il ponte della Ghisolfa diventerebbero molti di più se ci fossero delle infrastrutture adeguate”.

Le condizioni che, invece, i cittadini si aspettano per convertirsi definitivamente alla mobilità elettrica sono “sicuramente una diffusione capillare degli impianti di ricarica veloci su tutti i percorsi, non solo urbani ma soprattutto interurbani e autostradali. Ormai i nuovi modelli elettrici permettono percorrenze equiparabili ai motori tradizionali e così pure i costi di acquisto”, precisa Crisci. “A questo dovrebbero aggiungersi, però, agevolazioni sull’acquisto per privati e aziende e una fiscalità dedicata e favorevole. Insomma, esattamente quello che stanno facendo o hanno già fatto altri Paesi europei”.

Se da un lato Volvo sta cercando di potenziare molto velocemente la rete dei suoi partner con impianti di ricarica ultra fast “Powerstop” con oltre 150KW di potenza per tranquillizzare i propri clienti sulla possibilità di ricaricare in città e fuori dal centro urbano senza problemi, dall’altro “l’azienda di cui sono alla guida sta investendo in programmi di acquisto, leasing o noleggio delle auto elettriche sempre più accessibili e sul primo car-sharing elettrico di quartiere, “ELEC3City”, nel distretto di Porta Nuova.

E poi c’è Massa Marmocchi, un’associazione che cerca di rendere evidenti le criticità infrastrutturali di una città dal grande potenziale come Milano, e che ha creato un proprio strumento, “Marmocchia Toolkit – Il manuale delle giovani Marmocchie”, che ha vinto il bando “Ricominciamo bene da una Milano Sostenibile”, iniziativa promossa da punto.sud con il supporto del Comune di Milano e co-finanziata dall’Unione Europea, finalizzato a supportare in futuro gruppi di genitori e scuole nello sviluppo di altre Masse Marmocchie, con la creazione di nuovi percorsi casa-scuola in bicicletta. “La progettazione c’è, manca lo step successivo che faccia diventare più standardizzato il modo di agire sulle infrastrutture e che ci permetta di poter dire, da qui a 5 anni, che le cose sono cambiate”, sostiene Boniardi.

Ad oggi tutte le aziende sono chiamate ad agire in maniera intelligente e l’offerta di servizi di trasporto di qualità genererà inevitabilmente una maggiore domanda, instaurando così un circolo virtuoso. Per fare ciò occorre sfruttare al meglio ogni singolo fattore abilitante che viene messo a disposizione, primi fra tutti la tecnologia e lo sviluppo digitale. “L’impetuoso sviluppo tecnologico permette oggi di pensare a scenari inimmaginabili sino a pochi anni fa, mi viene in mente la guida autonoma e all’abitudine ormai consolidata a Milano di salire su reti metropolitane driverless. Il campo di sperimentazione si sta velocemente allargando anche ai mezzi di superficie e in un futuro, non troppo lontano, i cittadini e i turisti potranno prenotare tramite app le proprie corse, magari proprio su navette a guida autonoma” conclude la presidente di ATM.

Tutti concordi sul fatto che una città impegnata nel processo di trasformazione della propria mobilità deve cominciare a ripensare le proprie infrastrutture, parte integrante di ogni percorso di rigenerazione urbana e chiave per rispondere ai bisogni e alle aspettative dei propri cittadini.

La mobilità intelligente sarà quella in grado di integrare e coordinare la convivenza tra il trasporto pubblico e quello privato, così da garantire e aumentare la fluidità del traffico urbano ed extraurbano in modo sempre più sostenibile, in un ambiente prettamente urbano come quello di Milano

Oggi gli sviluppi vanno nella direzione di una sempre maggiore integrazione dei servizi attraverso lo sviluppo di piattaforme di smart mobility, prime fra tutte il MaaS – Mobility as a Service. Attraverso un unico strumento le persone potranno accedere a un ventaglio di soluzioni semplici, convenienti e personalizzate in base alle proprie esigenze: trasporto pubblico, bike, micro-mobility e car sharing, taxi, autonoleggio e parcheggi sono solo alcuni degli elementi che coesisteranno in un unico ecosistema digitale

Tutte le aziende sono chiamate ad agire in maniera intelligente e l’offerta di servizi di trasporto di qualità genererà inevitabilmente una maggiore domanda, instaurando così un circolo virtuoso. Per fare ciò occorre sfruttare al meglio ogni singolo fattore abilitante che viene messo a disposizione, primi fra tutti la tecnologia e lo sviluppo digitale