La pandemia ha avuto un inevitabile impatto sull’economia di tutto il mondo, così come nel nostro Paese. Il mercato immobiliare, sotto questo aspetto, non fa eccezione: gli investimenti immobiliari in Italia sono calati del 15% rispetto ai 6,3 miliardi del 2019 e sono stati solo parzialmente compensati dalla crescita in altri segmenti come quello della logistica.
Come ogni momento di crisi, l’emergenza sanitaria, diventata in breve tempo economica e poi sistemica, deve essere tuttavia interpretata anche come l’opportunità per avviare una nuova fase di rigenerazione delle città e dei territori italiani.
È questa la prospettiva da cui è partito Manfredi Catella, CEO e Founder di COIMA, durante il suo intervento al recente COIMA Real Estate Forum di Roma: “L’esperienza mondiale della pandemia rappresenta un passaggio storico e drammatico, che può però accelerare la composizione di una classe dirigente responsabile e competente per affrontare una transizione economica, ecologica e sociale verso un capitalismo più equilibrato e sostenibile”.
Manfredi Catella, Founder & CEO COIMA
In questo percorso, il nostro Paese può valorizzare un vantaggio unico: “l’Italia ha nel suo territorio una risorsa straordinaria, che oggi può contribuire in modo determinante alla ripresa su cui dobbiamo lavorare”.
Un’occasione per riportare al centro del dibattito anche regioni italiane dalla grande ricchezza culturale, architettonica e urbanistica: “Il Centro e Sud Italia saranno al centro del piano di resilienza nazionale. Un processo nel quale la rigenerazione urbana, alimentata anche dai programmi straordinari di finanza pubblica in partnership con il settore privato, svolgerà un ruolo centrale”.
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Un altro obiettivo che deve vedere una convergenza di forze è la creazione di città e quartieri resilienti. Un termine, quello di “resilienza”, che sottintende la necessità di una trasformazione urbana di ampio respiro, fondata su un approccio olistico alla qualità, che coinvolge dimensioni solo apparentemente lontane e tutte dedicate alla facilitazione della vita delle persone all’interno delle città: la digitalizzazione, la centralità dei trasporti e delle infrastrutture, la valorizzazione degli spazi pubblici. Al centro di questa evoluzione si declina un nuovo approccio di sostenibilità con radici in una forte visione culturale, sociale ed ambientale e un metodo scientifico quantitativo che sviluppi investimenti ad impatto, attraverso criteri ESG misurabili.
COIMA supporta questa visione attraverso la propria task force di esperti del COIMA City Lab, di cui l’architetto Stefano Boeri si è fatto portavoce durante il Forum, sottolineando l’importanza del concetto di prossimità all’interno delle città policentriche del futuro.
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La Resiliency and Recovery Facility prevista in sede europea può diventare l’acceleratore capace di avviare un percorso virtuoso di rigenerazione delle città italiane.
Roma, vista aerea del quartiere Flaminio
Secondo Manfredi Catella, le città del centro-sud italiano devono essere il fulcro di questo percorso anche con l’aiuto, se necessario, di programmi di finanziamento pubblico in partnership con il settore privato. Roma, non a caso scelta come sede del Forum di quest’anno, ne è l’esempio principale e “richiede una visione complessiva e una regia unitaria con il contributo di tutti i soggetti istituzionali pubblici competenti, finalizzato a selezionare progetti pilota di rigenerazione territoriale coerenti con le linee guida di Next Generation Eu”.
Strade di Roma deserte a causa della pandemia
Centralità delle città del centro-sud a partire dalla Capitale, sostenibilità ed eccellenza delle costruzioni, priorità alle connessioni urbane e alla disponibilità di spazi pubblici e servizi per i cittadini, pensati per essere disponibili a “quindici minuti” dalla propria residenza: questa la proposta di COIMA per il futuro delle città del nostro Paese presentata durante il COIMA Real Estate Forum di Roma.